venerdì 10 novembre 2017

FERRARA - SANTA MARIA DELLA CONSOLAZIONE


...................... la facciata del tempio, è uno dei tanti “esempi di non finito” a Ferrara, in quanto le riseghe in cotto denunciano chiaramente che essa doveva essere rivestita di marmo. Lo stesso protiro che dà sul sagrato è parte di un portico non completato: entrando nella chiesa si nota nella lunetta l’affresco che rappresenta la “Madonna in trono fra angeli”, opera della seconda metà del XVI secolo attribuita al Bastianino e restaurata nel 1997. Il portale d’ingresso è incorniciato da due pilastri marmorei e da una trabeazione con l’iscrizione latina che ricorda l’intitolazione del tempio alla pia Madre della Consolazione.

.......................Ci troviamo in una delle più belle chiese di Ferrara, la cui costruzione è legata alla devozione popolare e ad un fatto ritenuto miracoloso, che secondo il Guarini (storico del ‘600) sarebbe avvenuto nel 1189. A tal proposito, ecco di seguito una delle tante versioni della vicenda.
Un giorno un nobile e benestante cittadino ferrarese, insieme alla propria famiglia, si stava recando su di una carretta presso un suo podere ma, a causa dell’improvviso ribaltamento della stessa per un ostacolo improvviso, corse un grave pericolo in prossimità di questo luogo, all’epoca isolato,  denominato Caldiputeo o Val di Puteo e situato fuori dalle mura della città, che all’epoca correvano poco più a nord della Cattedrale. Siccome in quel frangente si era raccomandato alla Madonna, pensò che proprio per tale motivo fosse rimasto miracolosamente illeso assieme ai suoi famigliari; allora corse subito a casa, prese un’immagine votiva della Beata Vergine col Bambino dipinta su tavola a cui egli e la sua famiglia erano devoti, quindi la appese ad un albero vicino al luogo dell’incidente; poi finalmente riprese il viaggio lungo la strada che conduceva a Francolino, dove era diretto.
Ovviamente si sparse la voce, perciò Val di Puteo diventò il luogo di devozione di quel cittadino e di tanti contadini, i quali insieme costruirono un piccolo oratorio per venerare l’immagine sacra, alla quale molti in seguito si rivolsero per chiedere consolazione e sollievo dalle tante vicissitudini della vita, dalle malattie e dalle frequenti epidemie che falcidiarono la popolazione ferrarese. Il piccolo edificio sacro si riempì ben presto di statuette e di voti a Maria Santissima, perciò cominciò ad essere frequentato da tantissimi cittadini e paesani, molti dei quali nei secoli successivi ricevettero delle grazie.


Per approfondire:
Le chiese di Ferrara
Storia, arte e fede
Giovanni Sassu e Francesco Scafuri
Fondazione Ferrara Arte 2013
Comune di Ferrara
Arcidiocesi Ferrara - Comacchio

Per saperne di più...........























Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_della_Consolazione_(Ferrara)

All'origine della storia della chiesa vi è un miracolo avvenuto nel luogo dove ora sorge la chiesa. Un giorno, mentre un nobile ferrarese si recava in un suo podere fuori città, incorse in alcuni banditi e facendo appello alla Santissima Vergine rimase illeso; corse a casa per poi tornare sul luogo con una tela della Vergine che collocò proprio in quel punto. Nel 1189 venne edificato un piccolo oratorio per contenere l'immagine della Vergine. Negli anni a questa immagine vennero attribuite numerose guarigioni miracolose e grazie a molte persone.
A poco a poco aumentò l'afflusso di gente nell'oratorio, tant'è che il duca Ercole I venne sollecitato a finanziare la costruzione di una chiesa adiacente l'oratorio. Fu così che il 5 aprile del 1501 venne posta la prima pietra proprio alla presenza del duca Ercole. I lavori si conclusero il 16 marzo 1516 e vi fu trasportata l'icona miracolosa. Vicino alla chiesa sorse anche un convento che nel 1528 risultava già essere occupato dalla Congregazione dei Serviti dell'Osservanza. In Santa Maria della consolazione venne sepolta nel 1608 Marfisa d'Este, unica esponente della ex casa regnante a restare in città dopo la devoluzione allo stato pontificio nel 1598. Nel 1781 Papa Pio VI decretò la soppressione del convento, i cui diritti passarono ai Servi di Maria della Basilica di San Pellegrino Laziosi, in Forlì, mentre la chiesa continuò a essere officiata come parrocchia dipendente dalla Curia ferrarese. Nell'ultimo ventennio dell'Ottocento la chiesa venne chiusa al culto e adibita a magazzino prima militare poi comunale, mentre gli arredi sacri furono distribuiti tra le chiese della Diocesi. Nel 1964 la chiesa e il chiostro vennero restaurati ad opera della associazione Ferrariae Decus e dalla Cassa di risparmio di Ferrara. A partire dal 1972, è stata aperta al pubblico. Attualmente a causa del terremoto dell'Emilia del 2012 la chiesa è inagibile.

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