domenica 30 marzo 2014

FERRARA - TORRE DELLA VITTORIA


Il prospetto in fronte alla Cattedrale è il risultato di un radicale rifacimento, eseguito tra il 1924 ed il 1928, quando si riproposero le linee e le architetture di derivazione trecentesca che oggi vediamo. Nell’ambito di questi lavori fu costruita anche la Torre della Vittoria, a completamento della nuova facciata in “stile gotico”.
La torre fu dedicata alla memoria dei caduti della grande guerra e contiene all’interno la “Vittoria del Piave”, una statua in bronzo dorato eseguita dallo scultore ferrarese Arrigo Minerbi (Ferrara 1881 – Padova 1960).




Epigrafe latina del plinto, così tradotta da Gualtiero Medri: 
"Me
 sopra le onde della battaglia
 avvinta tennero i vincitori 
me ora integra conservate
 o cittadini
 e a quelli trascorsi legate propizi fati futuri. 
MCMXV - MCMXVIII "


Le foto che seguono sono state scattate il 16 novembre 2018.









La parte terminale della torre è coronata da merli e beccatelli (1).








Cancello in ferro posto all'entrata del sacello (progettato da Carlo Savonuzzi), caratterizzato da punte di lance e quadrilobi.






L'affresco"inciso" inciso nel sottaco dell'ampio sesto acuto del portale raffigura riquadri con stemmi estensi, corone d'alloro, ramoscelli e nastri.



Nel bassorilievo araldico tardo trecentesco posto sul prospetto principale tra la prima e la seconda finestra della torre  riconosciamo la ruota e l' aquila estense, imprese che possono essere riferite ai fratelli Nicolò e  Alberto V d'Este avvicendatesi al potere col titolo di marchese nella seconda metà del 14º secolo.
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La Torre di Rigobello. 
Secondo diverse fonti, la Torre di Rigobello fu realizzata nel 1283 dall'architetto Buonguadagni. Si ergeva dove ora sorge la novecentesca Torre della Vittoria  ed era parte integrante dell'antico palazzo di Corte degli Estensi (oggi palazzo municipale). Nel 1536  un fulmine colpì la torre, facendo cadere la parte superiore, che tuttavia venne riparata immediatamente, quindi nel 1537 vi fu collocato un nuovo orologio piuttosto originale dotato di veri e propri "automi meccanici" che eseguivano movimenti di una certa complicità. Secondo un cronista dell'epoca estense, prima del rintocco delle ore l'orologio azionava una campanella, poi dall'alto del complicato congegno scendeva un angelo che suonava la tromba; contemporaneamente apparivano i tre Magi, i quali, grazie a un particolare meccanismo, prima facevano la riverenza alla Vergine Maria e poi si ritiravano in un'apposita nicchia ricavata nello stesso orologio; a quel punto "l'angelo robot" ascendeva nel sito primitivo. 
Ben presto, tuttavia, la statica della torre risultò compromessa e, nonostante nel 1551 si fosse tentato di ovviare al problema attraverso la costruzione di contrafforti, l'antica costruzione crollò definitivamente il 14 ottobre 1553, così come riferisce il cronista Girolamo Merenda. Da allora tutto l'edificio di fronte al Duomo assunse un aspetto dimesso con un'architettura piuttosto anonima, caratterizzata da un prospetto di uguale altezza. 
Tale edificio  fu sottoposto a un radicale rifacimento, attuato in gran parte dal 1925 al 1927. Il progetto generale di restauro fu affidato professor Venceslao Borzani che utilizzò i contributi di idee forniti  dai partecipanti al concorso bandito dal Comune nel 1923 proprio sul tema della ristrutturazione del palazzo municipale. In realtà, a seguito della morte improvvisa di Borzani (1926) i lavori furono diretti dall'ingegnere capo del Comune Girolamo Savonuzzi e dal fratello Carlo, che eseguì il progetto esecutivo della Torre della Vittoria realizzata con telaio di cemento armato e pareti di tamponamento in mattoni. La Torre fu dedicata alla memoria dei caduti della Grande Guerra e inaugurata ufficialmente il 1° novembre 1928 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, proprio in occasione del primo decennale della Vittoria; alta trentadue metri, viene definita semplice e austera, infatti sembra ispirarsi alle torri del Castello Estense (prima della trasformazione del 16º secolo), piuttosto che alla  primitiva Torre di Rigobello.

Nota.
I commenti alle foto e le notizie storiche sono tratti dal libro di Francesco Scafuri ALLA RICERCA DELLA FERRARA PERDUTA - Faust Edizioni Localbook.



(1) - Il beccatello è un elemento architettonico usato per sostenere parti sporgenti di un edificio, soprattutto nei castelli e negli edifici storici. Consiste in una mensoletta in legno, pietra o terracotta che permette di dare appoggio ad una parte di edificio di pianta maggiore di quella sottostante.

Ficarolo



L'edificazione della torre, progettata dall'architetto ferrarese Gaetano Barbieri (autore anche della chiesa parrocchiale) è iniziata nel 1777. Dopo una breve interruzione di lavori necessaria per l'assestamento della struttura, i lavori ripresero, finanziati anche dalle offerte del popolo. La sua elevata altezza (circa 75 metri compresa la croce), ne fa il terzo per altezza di tutto il Veneto, preceduto solamente dal campanile di San Marco a Venezia e da quello del Duomo di Santa Sofia a Lendinara. Anche per la notevole pendenza raggiunge i vertici della classica, per rapporto tra pendenza e altezza in Italia è secondo solamente alla Torre di Pisa, da qui il celebre toponimo assegnato alla cittadina: "Pisa del Polesine".
Costruzione interamente in laterizi, la torre è ornata da cornicioni e da colonne di ordine dorico-tuscanico, e la leggenda vuole che incorpori al suo interno una torre più antica.
Dalla sommità è impressionante il panorama che si può godere, dove la vista si perde tra i campi fino a scorgere in lontananza persino le torri di Ferrara.