martedì 20 febbraio 2018

COLOGNA - SANTA MARGHERITA



Cologna

Particolarità territorio di Cologna
Superficie Kmq. 22,87
Cenni Storici
Un primo riferimento storico per il paese lo si ha in una pergamena estense conservata a Modena e datata 23 febbraio 1158. Tuttavia, chi volesse ricercare dati sicuri su Cologna non potrebbe ignorare gli statuti ferraresi del 1287, ove il paese é citato.
Essendo la sua storia strettamente legata a quella del Po, occorre ricordare che la zona fu colpita da numerose rotte del fiume: si ricordano quelle particolarmente disastrose del 1446, del 1567 e del 1569.
Fra le famiglie nobili che detennero investiture nei terreni circostanti il paese, si trovano in particolare i marchesi Turchi, cui subentrarono -come eredi- i Bevilacqua. Pur tuttavia vanno segnalati anche i Macchiavelli e, infatti, ancora oggi esiste una zona ed una via che si ricollegano a tale cognome. Gli Estensi vi ebbero una castalderia con numerosissimo bestiame.
Circa la popolazione, va osservato che essa ammontava a circa un centinaio di persone nel secolo XIV, mentre accrebbe considerevolmente nei due secoli successivi dati i proficui rapporti, anche commerciali, con la sponda veneta.
Infatti, Cologna ebbe rapporti preferenziali con Crespino, sede civile del Governatorato pontificio e sede religiosa del Vicariato della diocesi ravennate, che si estendeva da Serravalle a Cologna, a Coccanile sino ad Ambrogio.
Dal 22.6.1796, inizio dell'era napoleonica, Cologna fu ''sezione'' del governo crespinese assieme alle frazioni di Guarda, Berra e Serravalle. Caduto il governo legatizio del Papa, il Gran Consiglio voluto da Napoleone determinò e delimitò nel 1798 le circoscrizioni dei territori fino ad allora appartenenti alla Santa Sede. Cologna divenne sede del cosiddetto ''Comune della Lavezzola'', comprendente i paesi di Guarda, Berra, Ambrogio, Piumana e Serravalle. Tale situazione perdurò nel breve intervallo (22.5.1799-20-1-1801) della reggenza della Casa d'Austria, e anche dopo il 30 gennaio 1801, data in cui venne costituita la Repubblica Cisalpina.
Nel 1799 fu al centro delle azioni dei cosiddetti ''Insorgenti'', capitanati dal colognese Valeriano Chiarati, la cui protesta contro il potere napoleonico venne ben presto repressa.
La Repubblica Cisalpina elevò Cologna al rango di Municipio ma nel 1805, Regno d'Italia, Cologna ebbe il proprio territorio ristretto ad una giurisdizione comprendente il capoluogo e il solo villaggio di Fossasamba. La ripartizione decretata nel 1805 rimase in vigore anche all'indomani della caduta napoleonica
Nel 1817, in piena Restaurazione, Cologna ritornò sede municipale all'interno del Governo di Copparo. Ebbe come frazioni Berra e Serravalle, cui si aggiunsero le comunità cosiddette ''appodiate'' di Ro, Guarda e Zocca. A Cologna il capo della amministrazione civile era un ''Gonfaloniere''. Tale ordinamento rimase in vigore fino alla caduta del dominio pontificio.
Il dittatore Farini, nel 1859, compì un nuovo riordino delle circoscrizioni amministrative dell'Emilia e Cologna divenne una semplice frazione del vastissimo comune di Copparo, conservando per i suoi cittadini la sede di una delegazione comunale. A titolo di curiosità ricordiamo che dal 1840 al 1859, Luigi Tumiati di Cologna ricoprì la veste di responsabile della municipalità: diciannove anni di servizio pubblico sui complessivi 61 nei quali Cologna godette della autonomia comunale.
Quando venne emanata la legge n. 752 del 1908 con la quale si procedeva alla divisione di Copparo in cinque comuni, Cologna divenne frazione del nuovo Comune di Berra. Al centro del paese, che si snoda in prevalenza lungo il tracciato dell'antica Fossa Lavezzola, sorge il monumento all'eroico bersagliere Aurelio Zamboni, esempio imperituro di amore alla Patria fino all'estremo sacrificio.
 
 
 

 

COCCANILE - SAN VENANZIO MARTIRE




Da Wikipedia

Coccanile è una frazione del comune di Copparo in provincia di Ferrara.
L'origine del nome è incerta. Alcuni storici hanno pensato a Capite Caniti (cantone, o angolo di canneto) oppure a Caput Canetum (angolo di terra con canneto). Coccanile nasce in una zona paludosa, occupata da acque stagnanti, funestata dalla terribile malaria che rendeva difficoltosa la sopravvivenza ostacolando spesso ogni attività umana tra cui l'agricoltura.
Soltanto in seguito ai tentativi di bonifica, dovuti soprattutto ai monaci, furono possibili le prime produzioni agricole. È noto infatti che i monaci Benedettini di Pomposa dovettero abbandonare il Cenobio per l'impressionante mortalità causata dalla malaria.
Tutto il latifondo ferrarese, al quale Coccanile apparteneva, faceva capo all'autorità ecclesiastica e in particolare alla Chiesa di Ravenna. Questa si estendeva dal mare Adriatico fino a buona parte del Veneto, Lombardia, Toscana e Marche. Era un grosso feudo che costituiva l'antico esarcato di cui erano investiti gli arcivescovi di Ravenna.
Una ricerca fatta da Monsignor Giacomo Mazzotti data l'erezione a parrocchia di Coccanile alla fine dell'VIII secolo. Infatti S. Apollinare di Rovigo, una filiale di Coccanile, esisteva già all'inizio del IX secolo. Inoltre vi è un documento dell'anno 870 in cui papa Adriano II conferma a Firminiano e ai suoi fratelli la corte di Formignana, allora confinante da un lato con "Cuparus et Caput canilis" (Coccanile).
Gli storici ritengono che il nome Coccanile sia posteriore al nome del Patrono della sua Chiesa: san Venanzio martire. Nelle memorie di alcuni studiosi infatti si riscontrano espressioni del tipo “Pieve di San Venanzio delle Paludi”, “Polesine di san Venanzio”.