domenica 19 luglio 2015

BAURA



  30 OTTOBRE MCMXLIV 
 A RICORDO 
 DI QUANTI LA FURIA DELLA GUERRA
  MISERAMENTE UCCISE
TRA LE MACERIE DI QUESTO LUOGO SACRO 
I FAMIGLIARI
QUESTA LAPIDE POSERO




Nella targa in bronzo, collocata sulla porta di accesso del campanile della chiesa, c’è l’elenco delle vittime.
Il 30 ottobre 1944, durante un attacco dell’aviazione britannica, fu
distrutta la chiesa, al cui interno avevano cercato protezione gli abitanti del paese: fu una delle peggiori stragi di civili in territorio ferrarese.


Per non dimenticarli:
A più di 70 anni dal fatto, non si conoscono ancora i motivi del vile a ignobile massacro, costato la vita a donne, anziani e bambini. C’è chi ricorda vagamente il fatto per sentito dire e chi pensa al “tipico” eccidio nazista. Occorre innanzitutto ricordare che tale scempio è stato causato dall’esercito inglese alleato, durante la fase di liberazione nel 1944. Il paese di Baura fu teatro di uno degli episodi più drammatici della fase decisiva del secondo conflitto mondiale che, proprio nell’autunno del 1944, vedeva l’intera provincia di Ferrara sulla linea del fuoco.

Il 30 Ottobre del 1944, alle ore 11.20, una squadriglia di caccia-aerei chiamati Spitfire della “Royal Air-Force” piombò sull’abitato, centrando con il loro carico esplosivo, la chiesa ed il campanile. La torre campanaria fu distrutta alla base, polverizzando nella caduta il resto della Chiesa, nel cui interno vi avevano cercato disperato riparo moltissimi abitanti del paese, convinti che gli spessi muri del tempio avrebbero potuto garantire loro, sicurezza. Invece caddero vittime innocenti dell’incursione aerea. Perché quell’attacco? Perché colpire un semplice borgo di campagna? Perchè colpire una Chiesa? A distanza di 70 anni c’è chi ha ipotizzato la presenza di un arsenale bellico nazista, posto nella cripta dell’antica chiesa risalente al 1100. Quale grosso arsenale veniva celato, da dover adottare una misura così drastica come violentare la storia e la popolazione di una piccola comunità contadina?
In questi ultimi anni qualcuno ha persino insinuato -forse senza riflettere bene- al fatto che il bombardamento sia avvenuto senza una buona e ragionevole causa. Qualcuno pensa che il pilota della RAF -non riuscendo a bombardare il ponte di Pontelagoscuro, per via della pesante contraerea nazista- abbia dovuto scaricare il pesante carico esplosivo a caso, per tornare alla base e far credere di aver compiuto la missione (si tratta di una pratica piuttosto diffusa e testimoniata direttamente da altri piloti della seconda guerra mondiale). Ma perché non scaricare le bombe in una zona di campagna aperta e priva di pericoli per l’incolumità di persone e cose? Perchè bombardare proprio Baura e non un’altra località ferrarese? Perchè a distanza di  anni questa triste storia è diventata una “favola”, che cambia versione di anno in anno? Perché le autorità locali non fanno luce sull’accaduto, almeno nel rispetto di coloro che ancora soffrono per la perdita dei loro cari e soprattutto per chi ora risposa in pace nel cimitero di Baura, senza una ragionevole spiegazione?

Per chi esce da una sanguinosa guerra, costata la vita a milioni di persone tra soldati e civili, risulta facile dimenticare e voltare pagina. Ma per la comunità di Baura, fatta di grandi Uomini e Donne che hanno costruito la propria vita lottando contro la miseria e gli stenti del tempo, dimenticare non è facile. Fin da subito gli abitanti chiedono di riavere la loro Chiesa e nel 1947 viene edificata la nuova struttura religiosa, rigorosamente costruita sulle sembianza della precedente. Nel secondo dopo-guerra viene dedicata una via del paese “Via 30 Ottobre 1944”, mentre nasce e si concretizza l’idea di realizzare un monumento commemorativo; che sarà poi costruito solo nel 1994, per il 50° anniversario dal bombardamento aereo.

Per gli abitanti della località, dimenticare quel triste momento è difficile persino ai giorni nostri. C’è chi ricorda l’arrivo dei bombardieri inglesi e chi è persino in grado di descrivere la dinamica dell’incursione, ricordando: il fuggi fuggi generale, la contraerea nei pressi di Correggio che sputava fuoco sopra i cieli di Baura e poi il terrificante frastuono provocato delle bombe che colpirono il campanile della Chiesa di Baura.
C’è chi ricorda poi la quiete, subito dopo il passaggio delle tempesta. Nel momento in cui si alzava in cielo la gigantesca colonna di fumo e polvere tutto il paese si ferma incredulo. L’antica chiesa di Baura, dedicata al Santissimo patrono di San Lorenzo crolla inesorabilmente, dopo più di 800 anni di storia.

Davide Canella, residente a Baura da 26 anni, ha preso a cuore questa storia e nel cercar di ricostruire i fatti ha trovato nell’archivio monasteriale di Baura una bellissima e toccante lettera scritta dal parroco del tempo. Nella lettera, rivolta all’attuale parrocchia di Baura, il parroco ricorda quel tragico momento in cui la “sua” Chiesa veniva barbaramente scempiata. Ancora più straziante sono i ricordi di un anziano del paese che ricorda di alcune parti umane smembrate e incastrate tra le macerie della Chiesa bombardata. C’è chi ricorda il padre o la madre scomparsa, senza nemmeno un saluto. Chi non è in grado di trattenere le lacrime, raccontando ciò che ricordava. E poi i resti umani e oggetti di famiglia ritrovati pochi anni dopo, durante un intervento idraulico alle fognature adiacenti alla chiesa.

Come è possibile lasciare che la memoria di un luogo venga tramandata nel tempo attraverso pochi e miseri ricordi e senza rispondere alle tante domande, che dopo più di 70 anni, ancora non trovano risposte.
La comunità di Baura vuole conoscere le vere motivazioni di quell’azione bellica, vuole far luce sui fatti, vuole spiegare ai propri cari defunti il motivo della loro scomparsa, vuole che i ragazzini delle scuole elementari e media di Baura siano in grado di comprendere le atrocità di una stupida guerra e che ha coinvolto di persona anche la vita dei proprio parenti. Baura vuole la verità.

Notizie tratte da:
http://www.baura.it/pubblicazioni/info.html#bomba

La sua origine è antichissima. Il paese è ricordato in documeti dell' 833 e la pieve risulta dal 949. Nel 1177 l'imperatore Federico Barbarossa investì l'abate di Pomposa della proprietà di alcuni borghi ferraresi, tra cui Baura. All'inizio del secolo 15º fu unita a Santa Maria di Baura la parrocchia di San Lorenzo in Scornia, dipendente dal monastero benedettino ferrarese di San Bartolo. Nel 1562 le due parrocchie riunite passarono alle dipendenze dei monaci olivetani di San Giorgio che eressero Santa Maria ad abbazia, restaurando dapprima l'antica chiesa, poi nel 1615 costruendone una nuova con monastero annesso, riesumando un progetto di Roberto schiatti. Contiguo alla chiesa vi è tuttora il palazzo della Prepositura di Pomposa che nel 17º secolo fu adibito a soggiorno estivo degli olivetani. I monaci ressero le due parrocchie riunite di Santa Maria e San Lorenzo sino alla soppressione del monastero avvenuta nel 1798. Rimase a svolgere le funzioni di parroco padre Mellito Vadorni di Genova, al quale succedette, nel 1812, un sacerdote secolare, Don Giovanni Battista Braiati. Nonostante la zona di Baura abbia visto nella seconda metà del secolo 20º l'erezione di una delle prime idrovore per il prosciugamento dei terreni limitrofi, la storia del paese è contraddistinta da alcuni eventi catastrofici, quali la rotta del Po nel 1620, che inondò e travolse case e bestiame. Il 30 ottobre 1944 un bombardamento aereo distrusse il centro e la chiesa, causando 43 vittime e vari dispersi. La ricostruzione dell'edificio sacro fu rapida e, adottando uno stile somigliante al romanico, si concluse in appena quattro anni.