sabato 14 novembre 2020

CHIESA DI SANTA MONICA - FERRARA

 

CHIESA DI SANTA MONICA
VIA MONTEBELLO 44 - FERRARA






La torre presenta la classica architettura del XVI secolo con la coppia di finestre bifore sorrette da una colonna centrale…il tutto ovviamente costruito con il caratteristico mattone “ faccia a vista “ immancabile nelle costruzioni ferraresi antiche ( ma anche in quelle moderne devo dire ).







Link: http://www.ferraranascosta.it/chiesa-di-santa-monica/

Quasi in centro a via Montebello si trova una piccola chiesa dedicata a Santa Monica, con un altrettanto piccolo sacrato anteriore. Risalente al 1515, durante l’addizione Erculea, venne eretta per volere di Lucrezia Borgia, attratta dalla spiritualità francescana, su progetto di Gherardo Saraceni. Per lungo tempo la chiesa servì  da monastero per le monache agostiniane. Dalla via Monsignore Bovelli, che affianca la chiesetta, anche se un po’ nascosta agli occhi del turista, è visibile la bella torre campanaria; la torre presenta la classica architettura del XVI secolo con la coppia di finestre bifore sorrette da una colonnina centrale.

Link per saperne di più e vedere foto più belle delle mie.




24 novembre 2020: aggiornamento.

La chiesa non è visitabile. Anni addietro ospitava il mercatino della Caritas e poi fu utilizzata come magazzino.  Una conoscente mi ha inviato una monografia del 1998 redatta dall'allora scuola Marco Polo, ora I.T.C. Bachelet, che si trova sul retro della chiesa.






Trascrizione della
Monografia del 1998 redatta dall’allora scuola Marco Polo, ora I.T.C. Bachelet.

DA CONVENTO DI SANTA MONICA
 I.T.C. MARCO POLO - Ferrara

Il monastero di Santa Monica è costituito da tre edifici fondamentali: la Chiesa, il Coro e il Convento, che hanno mantenuto nel corso dei secoli quasi integra la struttura cinquecentesca.
La Chiesa di Santa Monica infatti fu costruita nel 1515, su progetto di Gherardo Saraceni, per iniziativa del Duca Alfonso I e della moglie Lucrezia Borgia. Iniziata il 2 luglio del suddetto anno, fu terminata e consacrata il 13 luglio1544 dal vescovo di Comacchio Gillino Gillini.

La Chiesa costruita con lo scopo di servire al convento annesso, rimase funzionante anche in seguito alle soppressioni napoleoniche degli ordini religiosi del 1798, e fu aperta al culto sino al 1990.
La Chiesa di Santa Monica ha conservata inalterata la sua struttura originaria e la sua posizione rientrata rispetto alla strada (attualmente Via Montebello): si tratta di un edificio di piccole dimensioni ma elegante e armonioso nelle sue sobrie linee rinascimentali.
La Chiesa è ad un’unica navata a capanna, cioè con il tetto a due falde.
Il prospetto principale, chiamato volgarmente facciata, è sormontato da un timpano con una cornice che lo perimetra, che possiamo anche definire timpanatura modanata, sormontata da tre guglie in pietra a vista. L’architrave e i due montanti sono lavorati con fregi in cotto. Il cotto a Ferrara era molto utilizzato in quanto era difficile e costoso fare arrivare il marmo in città, mentre l’utilizzazione del cotto era incentivata dalla presenza di numerose fornaci nella zona.
Originariamente la facciata doveva essere completamente intonacata con velo leggero in modo che si vedessero i mattoni che poi, secondo un uso del tempo venivano ridipinti tracciando le fughe con colori vivaci come il rosso e il bianco.
Sotto al timpano c’è una fascia con una dedica Dio e a Santa Monica. Nella parte centrale c’è un rosone finestrato con decorazioni in cotto ad ovuli e dardi.
Il portale è sormontato da un timpano a tutto sesto in cotto che doveva essere policromo come si può notare in alcuni punti non deteriorati dalle incrostazioni.
All’interno del timpano c’è una lunetta in cui è raffigurata la Vergine col Bambino sullo sfondo di un paesaggio ad opera del pittore Capuzzo, copia che ha sostituito l’originale di Benvenuto Tisi da Garofalo, la cui presenza sulla porta di tale chiesa è attestata a partire dal 1770.
Questo dipinto, già gravemente deperito per le intemperie e degradato dalle ridipinture, operate da Aurelio Orteschi nel Settecento, nel 1840 venne riparato con lastre ramate ed infine nel 1940, deteriorato ulteriormente, fu staccato dal Capuzzo, che ne conservò l’unico elemento ancora recuperabile, il particolare del Bambino, trasferendolo tutela. Passato poi in proprietà privata, ora si trova sul mercato antiquario ferrarese.
Ai lati del portale ci sono due finestre oblunghe a sesto tondo e a strombo, cioè incassate, la cui forma allungata contribuisce a dare un aspetto armonioso e stancato alla facciata. Ai lati del prospetto ci sono due lesene sormontate da capitelli a volute.
Entrando in chiesa si può subito notare la pianta ad un’unica navata in cui sono situati tre altari: uno di fronte all’ingresso, cioè l’altare maggiore, e due sui lati.
Anche se oggi non è più aperta al culto, è ancora possibile ammirare gli arredi rimasti, anzitutto l’altare maggiore. E’ composto da un piccolo altare in marmo bianco con tre lastre su cui sono impressi, da sinistra a destra, i simboli dell’Ostia, del Crocifisso, le due lettere greche Alfa e Omega, che significano inizio e fine, cioè Cristo.
Sull’altare si trova ancora la pietra sacrale, segno che la Chiesa non è stata sconsacrata.
Sullo stesso altare c’è un tabernacolo in marmo bianco con una porticina in ottone intarsiato con fregi dorati, al cui centro si trova un’ostia dalla quale si diramano fasci di luce.
Sopra al tabernacolo c’è un grande crocefisso in legno con il Cristo in bronzo, che ha sostituito l’originario dipinto, la Resurrezione del Salvatore, non ben identificato e da alcuni creduto  del Brescia e dal altri del Surchi.
Dirimpetto all’altare ci sono ancora le balaustre in marmo. Ai lati dell’altare maggiore si trovano due dipinti in bianco e nero, raffiguranti uno Santa Monica e l’altro un Santo ignoto, dove un tempo, in due nicchie, erano le statue in stucco di Santa Rosa e di Santa Caterina da Siena di Andrea Ferrari e che dal 1976 si trovano nella chieda parrocchiale di Saletta.
Sui lati ci sono altri due altari. Sulla parete destra oggi si trova un dipinto raffigurante la Beata Vergine Assunta, dai colori vivaci, circondata da angioletti e racchiusa entro una cornice dorata, che sostituisce un piccolo quadro rappresentante Maria Vergine col Bambino fra le braccia e al di sotto un vago paese, opera, secondo Brisighella, del Garofalo, secondo Scalabrini, copia dello Scarsellino.
Sulla parete sinistra, oggi al posto di una statua di Santa Monica c’è un dipinto di Giovan Battista Cozza che rappresenta Santa Monica mentre prega davanti ad un altare.
Su tutte le pareti sono disegnate delle lesine a forma di colonne ioniche.
Nel soffitto un tempo vi era l’ovato rappresentante l’Anima Umana che, sciolti i lacci umani, sale al cielo, dipinta Giacomo Parolini (?) nel 1704, con alcune mezze figure di Santi e Sante Domenicani di Maurelio Scanavini, adesso invece il soffitto è privo di qualsiasi decorazione.
Completa la chiesa un campanile………..,costruito in pietra a vista, con due bifore, racchiuse in un arco a sesto tondo. Il sottogronda è cinquecentesco con decorazioni in cotto a ovuli e dardi.
Originariamente il campanile presentava una guglia che è stata demolita nel 1876.




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